lunedì 26 marzo 2012

Sorellitudine

occhi grandi mentre dico "una cosa importante"
il suo primo istinto è amorevole, un abbraccio sulla pancia e un gran sorriso. poi il tentativo di sbottonare la maglia e un gioco birbone col mio grande ombelico.
toc toc col pugnetto e infine un secondo istinto di gelosia che si conclude con un pugno un po' più forte.

ho pensato alla paura di renderla infelice, al non volerle togliere mai niente, al fatto che magari ne avrebbe fatto anche a meno.
un po' di magoni, insomma.
Prima della nanna poi grandi abbracci e rassicurazioni su di un bene "per sempre per sempre", su una storia che è felice.
Su una famiglia di quattro.

Adesso, mentre è tardi e devo proprio riuscire ad andare a letto, riesco solo a pensare che non vorrei mai non aver avuto le mie sorelle, mia vera famiglia.
ed è questo che auguro alle piccine, un legame  "per sempre per sempre".

venerdì 16 marzo 2012

picci picciò spiegato a piccina

Tra qualche giorno saprò se questo picci picciò sarà un fratellino o una sorellina.
a quel punto niente scuse.
devo solo capire come dirlo a piccina.
io e lei, solette, con babbo, la mattina, la sera, al pomeriggio, fuori, in casa, sottovoce, come una cosa buffa, con un libro, con sottofondo musicale, per caso, a tavolino, in braccio, a sedere, sul divano, sul lettone, sul tappeto, a casa di mia madre, con una zia, coi pantaloni, un vestito, la tuta, capelli legati, sciolti, dopo essermi lavata i denti, col naso rosso da clown, imitando un francese, mettendola sul triciclo, stando sui trampoli, arrampicadomi sugli ulivi, facendo le polpette, usando le metafore, sorseggiando un tè, lavandole le mani, facendo il verso del gatto, spiegandole dei fiori e delle api, scoppiando a ridere, da dietro la tenda, guardandola negli occhi, portandomela al mare, mentre la spingo in altalena...

forse sarà solo carezze, pancia e parole

che poi io mica ci so andare sui trampoli!

sabato 10 marzo 2012

che sia poi così stravagante volere due figli?

La mia pancia è cresciuta. Nell'ultima settimana credo di aver fatto uno di quegli scatti di crescita come fanno i neonati!
sono a diciotto settimane e da una ne dimostro almeno ventiquattro.

lo so cosa state pensando, sì, è vero ora glielo dico, ancora qualche giorno, aspetto l'ecografia e poi le spiego tutta la storia dei fratelli sorelle etc. che poi sono qui proprio per questo!

tornando alla pancia però vorrei soffermarmi per un attimo su un aspetto. non starò certo qui a scocciarvi con le varie azioni di unzione, prevenzione smagliature, pruriti vari della pelle che tira e altre storie a cui al primo figlio fai un gran caso e poi passano assolutamente in secondo piano!
dicevo, torno alla pancia perchè oggi ho decisamente voglia di lamentarmi delle persone, così in generale.
ora vi spiego...
molti di voi magari ci saranno passati o ci passeranno presto; quando uno aspetta il primo figlio le persone che ti incontrano ti fanno mille complimenti, auguri di tutti i tipi, le feste come i cagnolini. gi sguardi sono cordiali, dolci, gioiosi.
Quando invece hai già un figlio, magari piccolino, come la mia ad esempio, le reazioni di chi ti incontra (e pure di chi ti è vicino) si possono dividere in due tipologie

1. lo stupito ammirato. "sei incinta un'altra volta? che coraggio!! di questi tempi, la crisi, un gesto davvero rivoluzionario!" (o sconsiderato, vorresti dirmi con quell'occhio languido?)

2. lo stupito che la sa lunga. "ma sei incinta? (lunga pausa) ...di nuovo? (seconda pausa) ...Ah."
moltiplicate questi stupiti sguardi per la moltitudine di clienti che entrano quotidianamente in negozio!



mercoledì 7 marzo 2012

Ci sarà qualche madre che sa quando va carpito il diem?

Dell'essere madre la cosa più difficile per me è tentare di rimandare il più possibile il momento in cui farò un disastro, segnando profondamente la vita di mia figlia.
D'accordo, lo so, un giorno mi odierà, va bene, l'ho messo nel conto, cerco di abituarmi all'idea.
Però almeno provo a fare di tutto perchè quel giorno arrivi tardi.
tardi tardi tardi tardi tardi tardi tardi tardi tardi tardi tardi tardi tardi tardi tardi tardi tardi tardi tardi tardi
tardi da esser quasi un mai!
Eccomi davanti ad un possibile errore, che vorrei non commettere, che forse ho già commesso, che forse non è commettibile, che forse io posso solo contenere e non evitare...
Devo dirle che aspettiamo un bimbo (io, il suo babbo e lei pure!) e devo anche riuscire a farglielo capire e farla abituare all'idea.
Quando farlo?
Come farlo?
Presto o tardi che sia, lei è davvero piccina ed è per questo che sono partita da lontano:
Siamo ancora nella fase "prima siamo piccoli e poi grandi...tu sei stata molto più piccola di così...tu eri talmente piccola che stavi nella mia pancia..."
e poi giù fotografie del pancione, coi camicioni pre-maman (aiutooo i camicioni nooo!), a buzza scoperta, con babbo che dà un bacino, senza babbo, col gatto etc.
e ancora, la mattina del 6 aprile, lei appena uscita dal pancione, i primi bacini, il primo seno, (ed io con gli occhi tipo panda, il naso rosso, bruttissima, immortalata per sempre con quello sguardo della serie "la prima cosa bella che ho avuto dalla vita è il tuo sorriso giovane sei tu...") etc


Forse l'ho presa un po' larga.
Ab ovo usque ad malum

venerdì 2 marzo 2012

Spiegare perchè si è qui...

spiegare perchè si apre un blog mi sembra un buon modo per rompere i ghiacci (se invece sono scatole...perchè non state leggendo un altro blog? ce ne sono a migliaia)
Cercavo un luogo dove sbirciare esperienze altrui, in particolare spiare quando e come altri hanno parlato al primo dell'arrivo di un secondo figlio. (ma perchè internet ci ha reso così sfacciati?)
Ecco che quando ho cercato su google il primo link che mi è apparso era un articolo di Focus che parlava di certe orse che se partoriscono un solo figlio lo abbandonano perchè non vale la pena trascorrere tre anni a svezzare e crescere un solo esemplare.
Mi è venuto tanto da ridere ed ero io che mi facevo ridere (non certo mamma orsa nè i piccoli abbandonati)
Con questo spirito ho aperto questo diario. Voglio lasciare per iscritto, e, narcisisticamente, lasciare anche agli altri, la mia avventura; spiegare alla mia bambina che arriverà un fratellino, riuscire a trovare spazi giusti per tutti, barcamenarmi tra sensi di colpe, gelosie e bisogni reali.


chi vuole sbirciare, quindi, sbirci pure

primo tempo

Bene, ci risiamo.
in attesa di un figlio.
ma questa volta è proprio diverso.
Due anni fa era lei nel pancione, era lei che immaginavo, era lei che sognavo bionda, castana, moretta, era lei poi quel viso dolcissimo, era lei al mio seno, era lei la figlia. solo lei.
Adesso si cercano altre immagini, si scovano altri volti, si percepiscono altri movimenti, mentre lei è qui, davanti a me, che gioca con me, che fa i capricci con me, che cresce con me.


Ecco questa è la sintesi, l'introduzione, il primo tempo...