venerdì 16 marzo 2012

picci picciò spiegato a piccina

Tra qualche giorno saprò se questo picci picciò sarà un fratellino o una sorellina.
a quel punto niente scuse.
devo solo capire come dirlo a piccina.
io e lei, solette, con babbo, la mattina, la sera, al pomeriggio, fuori, in casa, sottovoce, come una cosa buffa, con un libro, con sottofondo musicale, per caso, a tavolino, in braccio, a sedere, sul divano, sul lettone, sul tappeto, a casa di mia madre, con una zia, coi pantaloni, un vestito, la tuta, capelli legati, sciolti, dopo essermi lavata i denti, col naso rosso da clown, imitando un francese, mettendola sul triciclo, stando sui trampoli, arrampicadomi sugli ulivi, facendo le polpette, usando le metafore, sorseggiando un tè, lavandole le mani, facendo il verso del gatto, spiegandole dei fiori e delle api, scoppiando a ridere, da dietro la tenda, guardandola negli occhi, portandomela al mare, mentre la spingo in altalena...

forse sarà solo carezze, pancia e parole

che poi io mica ci so andare sui trampoli!

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